La Catalogna registra il 30% delle case occupate illegalmente in Spagna

L’abusivismo in Spagna rimane una sfida, con quasi 79.000 famiglie interessate, secondo una recente analisi dell’Institut Cerdà. Di questa cifra, il 30% è costituito da abitazioni occupate in Catalogna.

Sebbene questo dato rappresenti una diminuzione del 10% rispetto al 2016, la fondazione privata avverte che il fenomeno persiste e sottolinea l’emergere della “inquiocupazione”, in cui gli inquilini smettono di pagare dopo aver firmato un contratto di affitto.

Presentando i risultati presso la sede del Col-legi d’Economistes de Catalunya a Barcellona, l’Institut Cerdà sottolinea che la riduzione delle occupazioni è dovuta alla diminuzione degli edifici vuoti e al miglioramento della gestione del patrimonio abitativo, sia da parte degli operatori pubblici che privati, che hanno implementato misure preventive come sistemi di sorveglianza e sicurezza.

Squatting”, una nuova sfida per le abitazioni abusive

Una tendenza preoccupante è la “irrequietezza” che descrive coloro che firmano contratti di affitto, pagano le prime rate mensili, ma poi smettono di pagare e rimangono nell’immobile. Questo fenomeno suggerisce una complessità nel rapporto tra proprietari e inquilini, generando ulteriore incertezza e sfide nel mercato degli affitti.

Il rapporto dell’Institut Cerdà sottolinea che la diminuzione delle occupazioni abusive coincide con una riduzione del numero di denunce presentate alla polizia nel 2022 per i reati di violazione di domicilio e di effrazione.

Inoltre, evidenzia che tra il 75% e l’80% degli occupati sono concentrati in immobili di proprietà di grandi proprietari, come istituzioni finanziarie e fondi di investimento.

Gli autori dello studio menzionano anche la crescente percezione dell’occupazione abusiva degli alloggi del parco pubblico e delle organizzazioni dell’economia sociale o delle cooperative come un modo efficace per accedere all’affitto sociale. Questa percezione sfida i canali ufficiali e suggerisce la necessità di affrontare strategicamente l’offerta di alloggi sociali per evitare situazioni sfavorevoli.

Sfide per il management: “Occupy non comporta rischi”.

L’analisi evidenzia che lo squatting si è evoluto, coinvolgendo non solo le famiglie vulnerabili sfrattate, ma anche le mafie e i gruppi organizzati che monitorano i movimenti in specifici parchi abitativi.

Secondo il rapporto, c’è una “sensazione diffusa che l’occupazione sia virtualmente priva di rischi”, che riflette la necessità di affrontare la percezione pubblica e politica del fenomeno.

Nonostante il calo dell’occupazione, il fenomeno persiste e pone molteplici sfide. La polarizzazione del dibattito e le strumentalizzazioni politiche talvolta ostacolano una gestione efficace del problema.

La necessità di azioni complete, che affrontino sia le cause che le conseguenze dell’abusivismo, diventa evidente per garantire la stabilità e la sicurezza del mercato immobiliare in Spagna, e in particolare in Catalogna.

L’abusivismo in Spagna e Catalogna è un fenomeno complesso che richiede un’attenzione continua e strategie globali per affrontare le sue molteplici dimensioni.